haiti | architetture ludiche

un progetto sviluppato in collaborazione con lo studio EdoardoMilesi&archos.

progetto | realizzazione in loco

2013

Haiti, uno dei paesi più poveri al mondo seppur al confine con uno dei più ricchi, è carico di incoerenze e infauste giurisdizioni, provenienti per lo più dai paesi confinanti, che la rendono una terra dove ogni passo compiuto per fare del bene dovrebbe essere accompagnato necessariamente da una condizione di presa di coscienza della popolazione.

Nelle mie missioni, distribuite su un arco di tempo di 4 anni, per una permanenza massima di 30 giorni, sono venuta a misurarmi con diverse necessità, connesse all’abitare. Dall’assenza di infrastrutture base (fognature e relativo inquinamento delle falde), alla mancata progettazione di spazi per la collettività. La prolungata esperienza diretta sul campo infatti, in situazioni d’emergenza come quella di Haiti, ha la complicazione di far prevalere l’indulgenza verso le più indiscutibili emergenze umane a breve termine rispetto a quelle prefissate come obiettivo, con il rischio di allontanare la missione dalle sue reali origini. La sofferenza e la povertà portano le missioni umanitarie ad intervenire con situazioni temporanee a risoluzione dell’emergenza. La mancata progettazione però porta questa temporaneità, e molti esempi ce ne portano dimostrazione, a diventare realtà stabile.

Il mio interesse sta nella ricerca di un’architettura dell’emergenza che non si rivolga solo alla residenza transitoria per sfollati profughi o evacuati bensì a un sistema più ampio, rivolto a definire un sistema di intervento per quelle aree che, causa urgenze e disastri, divengono perimetri di affollamento temporaneo. (architettura dell’emergenza)

uno dei progetti collaterali è stato uno spazio ludico.